L’Estate addosso

La tua bellezza non ha paragone.
Tu sei fresca come un soffio di vento
in un giorno della bella stagione,
l’Estate poi finisce in un momento.
Caldi raggi d’oro dal firmamento
smettono di brillare sul creato.
Cose belle diventano un frammento
d’un attimo di tempo già passato.
Quando tutto sarà dimenticato
tu non sparirai come il solleone.
Sarai eterna in quello c’ho dettato
scrivendo questa mia composizione
e finché l’uomo avrà immaginazione
leggendola vivrà la tua visione.

27 settembre2016
Leone Antenone detto Scartaccia
poeticamente tratto da “Sonnet 18
di William Shakespeare
opera depositata su Patamu.com
e rilasciata con licenza CC BY-ND 4.0.

Un commento su “L’Estate addosso”

  1. Il fascino del verseggiare consiste anche nell’infinita possibilità di moltiplicarsi offrendo visuali sempre nuove, pur tratte da un medesimo spunto (in questo caso il Sonnet 18), questo a mio avviso è compito del Poeta.
    Il traduttore invece deve cercare di attenersi il più possibile al testo originale, frenare la creatività per restarvi fedele, e spesso questo è un problema! 😉

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