Nica e il bosco dei Cacchi

C’era una volta Nicolina, detta Nica, la pastorella che portava a pascolare il suo gregge di capre nella piana accanto all’antico bosco di noccioli vicino al Borgo dove abitava. Andava tutti giorni lì con le sue caprette, ma successe che in un giorno di pioggia Nica le perse. La pioggia era incessante, ne faceva tanta e lei non riusciva a vedere più lontano del suo naso. L’ultima volta che le vide erano all’entrata del bosco e fu lì davanti che Nica perse le dolci caprette, ma non perse la sua forza d’animo, fece di tutto per cercarle. Chiese persino aiuto al Popolo dei Cacchi. Delle talpe soprannominate così perché facevano delle buche nei vitigni della zona per mangiare l’uva di cui andavano ghiotte. Il nonno di Nica le aveva detto di rivolgersi a loro che conoscevano bene il territorio e i suoi sotterranei. Il capo dei Cacchi, Unghia Ruspante capì il bisogno di Nica e le diede una mano in cambiò però di una fornitura settimanale di uva pizzutella per almeno dodici settimane. Così le mandò in aiuto quattro delle sue migliori talpe per avventurarsi nel bosco alla ricerca delle caprette. Scelse Castorino la talpa nuotatrice perché aveva sentito dire che nel bosco c’era forse un lago e magari chissà per quale oscuro motivo potevano essere finite lì, vista la quantità di pioggia piovuta il giorno della scomparsa. Poi le mandò in aiuto Grande Respiro la talpa più veloce del popolo, per eventuali spostamenti rapidi; Lumogas la talpa esperta in grandi incedi pilotati, fuochi d’artificio, impianti elettrici e conduttore del gas. E infine Buca Seduta abile scavatrice e esperta di molti dei cunicoli della zona. Così muniti di pazienza e determinazioni i cinque entrarono nel bosco alla ricerca delle gregge. A Nica fecero comodo tutte le abilità del gruppo. Gli occhi e il fiuto di Buca Seduta servirono a trovare la pista giusta da seguire, le abilità di Lumogas a dare luce e calore al gruppo nelle notti, la velocità di Grande Respiro per portare messaggi e andare in avanscoperta e le doti nautiche di Castorino per salvare le caprette rimaste su un grande tronco in mezzo al laghetto artificiale al centro del bosco.
E fu così che Nica riabbracciò tutte le sue dolci caprette e il Popolo dei Cacchi riuscì nell’impresa e quindi ad ottenere una fornitura di uva pizzutella per dodici settimane.

Quale sia la morale di questa piccola favola non so dirvelo, certamente è importante saper chiedere aiuto quando si è in difficoltà, saper fare del gioco di squadra, ma la cosa più importante che mi piace di questa storia è che Nica non abbia perso la forza d’animo per salvare le sue dolci caprette.

25 maggio 2016
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