Gaio Mario

Gaio Mario è stato un militare e politico romano, per sette volte console. La sua carriera si sviluppa attraverso fatti che porteranno alla caduta della Repubblica romana. Mario fu un cosiddetto un “homo novus”, cioè proveniente da una famiglia della provincia italica che non faceva parte della nobiltà romana, e seppe distinguersi e giungere alla ribalta della vita pubblica di Roma per merito della propria competenza militare. Gli si dovette concedere un potere militare senza precedenti nella storia di Roma, e questo a scapito del rispetto delle leggi e delle tradizioni vigenti, che dovettero essere adattate alla nuova situazione di emergenza. Alla fine fu varata una profonda riforma della leva militare.
Le difficoltà che incontrò agli esordi della sua carriera dimostrano quanto fosse arduo per un homo novus affermarsi nella società romana del tempo. Nel 134 a.C. Mario si candidò per la carica di tribuno militare, dopo 14 anni fu eletto tribuno della plebe (120 a.C.) e dopo soli tre anni riuscì a farsi eleggere pretore (117 a.C.).
Nel 107 a.C. Mario fu eletto console a grande maggioranza, grazie anche al matrimonio con Giulia Maggiore e alla campagna militare al fianco del console Cecilio Metello. Dal 104 al 100 Mario fu rieletto console per ben 5 volte consecutive, cosa mai avvenuta in precedenza. Durante la guerra contro i Cimbri e i Teutoni (102), sottopose i soldati a un addestramento che mai si era visto, tanto che furono soprannominati “Muli di Mario”.
Nel 100 fu eletto per la sesta volta console e si trovò a sedare una rivolta popolare per l’assegnazione di terre ai veterani e per la distribuzione da parte dello stato di grano a prezzo inferiore a quello di mercato. Dopo quegli accadimenti lasciò ogni carica pubblica e partì per un viaggio in Oriente.
Nel 86 fu rieletto console per la settima e ultima volta accanto a Cinna, console al suo secondo mandato. Seguì una feroce repressione contro gli esponenti del partito conservatore, ma nel primo mese del suo mandato, all’età di 71 anni, Mario morì

Claudio Paoluzzi

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