La rena

Ammucchio fantasie co na paletta
setaccio disincanti e dispiaceri
riempio un secchiello de lacrime e rabbia.
Tiro fòri un castello d’illusioni
scavo un fossato, ce svòto pensieri,
e metto un ponte tra sogni e realtà.

14 gennaio 2015
Leone Antenone detto Scartaccia

4 commenti su “La rena”

  1. Elegante ed evocativa: mi ritrovo sulla rena a setacciare disincanti e dispiaceri. Ottima la chiusa con l’immagine del ponte. Bravo Leo!

  2. Bella la metafora del poeta come “architetto”, che utilizza “materia comune” per fare ponti e castelli! Mi stona un po’ quel “tiro fori” un castello…”fori” da dove? Non lo “costruisci tu? O forse lo tiri fori da te stesso? Per me è il punto “debole” di una bella e suggestiva poesia, semplice, ma profonda, come è nelle tue “corde”! Ciao, MAURIZIO

  3. Bella, veramente bella ed efficace.
    Mi piace questo genere di poesia che usa la metafora e permette di rivivere le proprie emozioni per coniugarle con quelle del poeta.
    Se mi permetti, Maurizio, “tiro fori”, oltre a sentirlo molto sonoro nella mia lingua madre, è un far nascere dalla propria interiorità, chiamala
    , sensibilità, emozione…. A me non dispiace, anzi dà molta “carnalità” e concretezza a quel ponte tra sogni e realtà.
    Baci a tutti e due. Stef

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