Lucchiare

Sbollo sospiri de na porta chiusa
e s’aprono soffitte ner pensiero.
Sgrimaldello nanvedi co ‘n davvero 
e trovo lì parole alla rinfusa.
E taglio, e cucio sulla mente ottusa:
ce rosica er cerusico e lallero
ce ridono i barbieri a cor leggero,
rado in barba ar domani e chiedo scusa.
Cucuzze e nicche. A capoverso scocca
l’assolo acuto e scappa fori un morso
in burchia senza gente che me incrocca.
Riprendo il filo appeso s’un rimorso
d’un verso mai ninito con la bocca,
slinguato zitto zitto in un discorso.
La storia fa il suo corso
la guerra ancora e il mondo nun cià pace:
tante parole ma er bonsenso tace.

Sonetto alla burchia
28 Febbraio 2024
Leone Antenone detto Scartaccia

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